Il Tempio Canoviano è l’opera architettonica più celebre di Antonio Canova, genio indiscusso del Neoclassicismo e originario di Possagno. Visita il Tempio Scopri il panorama su Possagno Sali sulla cupola Benvenuti a Come trovarci Martedì–Mercoledì: 9.30 -12.30 / 14.30 -17.00
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Orari di apertura
Breve storia

Il tempio canoviano

Il Tempio  canoviano di Possagno è costruito su un’altura soleggiata, ai piedi del Col Draga e presso la valle di San Rocco, a circa 330 metri sul livello del mare, di fronte alla Casa natale dell’artista.

Lo si vede da lontano per chi arriva da est (Pederobba), da sud  (Vallorgana) e da ovest (Fietta).

 Poggia su tre ampie gradinate di diversa pendenza e su un vasto acciottolato di “cógoli” raccolti sul Piave e disposti in artistiche forme geometriche (progetto di Giuseppe Segusini, 1850).

Osservando il  Tempio dall’esterno  si possono distinguere tre elementi architettonici, l’uno inserito nell’altro, come fossero parti armoniche di un’ideale successione: il colonnato, che richiama il Partenone di Atene; il corpo centrale, simile al Pantheon di Roma; l’abside dell’altare maggiore, elevata di sei gradini rispetto agli altri due elementi, a significare la cattedrale cristiana.


Le tre parti possono essere considerate i simboli di tre età della Storia: la civiltà greca, la cultura romana e infine la grandezza cristiana, compimento ultimo e salvifico della Storia di ogni singolo uomo e di tutto l’Universo, che trova il suo significato profondo nel mistero della Trinità, raffigurata nella pala dell’altare maggiore  di Canova e nell’affresco nell’arcata del presbiterio di Giovanni De Min.

Il Tempio è dedicato alla Trinità (ricordata nel frontone con la scritta in latino DEO OPT MAX UNI AC TRINO: a Dio Ottimo e Massimo, Uno e Trino) e l’Artista lo ha voluto come chiesa parrocchiale del suo paese, come dono alla Religione cattolica; sostituisce la precedente chiesa, risalente al Mille, abbattuta non appena fu ultimato il Tempio. 

L'interno del tempio

Le opere d'arte

Il Tempio Canoviano di Possagno è un vero e proprio scrigno di opere d’arte, alcune furono realizzate da Antonio Canova stesso, altre sono di “scuola” canoviana.

Madonna con Bambino e santi

Palma il Giovane

"Antonio Canova non conobbe passioni, non inseguì i piaceri della vita, non apprezzò le ricchezze concedendosi per solo lusso di innalzare nel suo piccolo villaggio una superba mole che tutti indicano come il Tempio Canoviano, ma che egli voleva fosse soltanto la chiesa di Dio nel suo paese. Malgrado la sua modesta intenzione, ogni angolo del tempio parla di lui" (Muñoz)

La linea temporale

Storia del tempio

1804
1804
In principio

Il primo disegno

Antonio Canova consegna al cugino Giovanni Zardo di Crespano il disegno per il nuovo Santuario della Madonna del Covolo che diverrà il modellino ideale per il nuovo Tempio di Possagno, idea che aveva manifestata già in un primo testamento romano in vista degli impegnativi viaggi europei a rischio di vita (1802, Ed. Nazionale Opere, Scritti I, pag. 311).
1819, 11 luglio
1819, 11 luglio
Sottocapitolo

La costruzione

Antonio Canova è a Possagno per la posa della prima pietra del Tempio, tra “l’entusiasmo religioso della popolazione. Per l'occasione Canova veste con l'alta uniforme di Cavaliere dell'Ordine di Cristo, onorificenza di cui l'aveva insignito il papa Pio VII. La prima pietra è gettata dal Parroco, Andrea Bellis; la seconda dal regio vice-delegato di Treviso, Girolamo conte Onigo; dal Canova la terza contenente una medaglia d'oro raffigurante la testa del Canova stesso e il disegno del Tempio; la quarta dal regio commissario distrettuale di Asolo, Angelo Zanardini; la quinta dal primo deputato comunale di Possagno Benedetto Biron e così via le altre personalità, per tre ore di seguito, fino a un'ora del pomeriggio. I lavori prendono subito avvio sotto la direzione del cugino impresario di Crespano Giovanni Zardo, soprannominato Nane Fantolin. Questi portò a termine la costruzione con indiscussa maestria e soluzioni tecnico-architettoniche geniali.
1826
1826
Il territorio

Il Tempio e la Gypsotheca

Giovanni Battista Sartori decide di chiudere lo studio canoviano di Roma e trasferisce la collezione di gessi, le terrecotte e alcuni marmi di bottega a Possagno in una Gypsotheca edificata su disegno dell'architetto veneziano Francesco Lazzari (1791-1871). Vengono esposti: 53 statue, 12 gruppi, 14 cenotafi, 7 colossi, 65 busti, 26 bassorilievi, 39 bozzetti in terra cotta e cruda, oli su tela e tempere su carta. Nella Casa natale viene conservata la serie completa delle stampe riproducenti le statue, alcuni cimeli, attrezzi da lavoro, vestiti, medaglie, ritratti dell’artista.
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